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Avvento, fiducia e obbedienza

L’Avvento è il tempo liturgico della Speranza: “Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo” – secondo un inno di Compieta.

Il semplice motivo della Speranza cristiana è nelle parole del Signore: “Cinque  passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete!” (cf. Lc 12,7).

Dio ci è sempre vicino, ma noi lo scopriamo un po’ alla volta; e mentre impariamo ad avere fiducia in Lui, comprendiamo che l’unica cosa che conta davvero è sempli-cemente fare la Sua volontà.

Come in Natura tutto è perfetto perché tutto obbedisce alle leggi di Dio, senza eccezioni, dal filo d’erba alle stelle; così tutto diventerebbe perfetto anche fra noi uomini, se Gli ob-bedissimo sempre!

Nelle prossime settimane e nel nuovo anno liturgico coltiviamo la fiducia nell’onnipotente Abbà, che “non ci abbandona alla tentazione” e vuole condurci alla pace, poiché noi siamo “gli uomini da Lui amati” (cf. terza edi-zione del Messale Romano).

Buon cammino di Avvento!

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Vigilare nell’Oggi

Siamo ormai alla fine dell’anno liturgico; è il tempo dell’Apocalisse, la rivelazione della gloria di Cristo risorto e di quelli che hanno creduto in lui.

Le letture ci richiamano alla vigilanza, quella delle vergini sagge, che mettono olio nelle loro lampade.

Sentiamo lontana la fine dei tempi, il pensiero del ritorno glorioso di Cristo risorto non ci aiuta molto nell’impegno della vigilianza; siamo aiutati piuttosto pensando a quella vigilanza, che si esprime nel riconoscere il Suo lieve quoti-diano bussare alla porta del nostro cuore: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (cf. Apc 3, 20).

Le mamme con un bambino di pochi mesi manifestano una istintiva capacità di mantenere vigile l’attenzione su di lui, anche quando sono impegnate ad es. nei lavori di casa: sanno cogliere ogni piccolo movimento o cenno del loro fi-glioletto, semplicemente perché è lui che sta al centro del loro cuore. 

Cerchiamo di vivere con vigile amore questi giorni e il pros-simo Avvento.

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E’ necessario essere eroi per diventare santi?

E’ necessario essere eroi per diventare santi?
Se tutti sono chiamati alla santità, come ha ribadito chiaramente il Concilio Vaticano II, devono essere tutti… campioni?

“Rifletto e il mio spirito si va interrogando” (cf. Sal 76,7), mentre si avvicinano le due feste così importanti e così intimamente legate alla Pasqua, cioè la bellissima solennità dei Santi e la commemorazione dei fratelli e delle sorelle defunti.

Sono convinto che Dio mette il traguardo della santità alla portata di tutti: lo attesta tanto il giovane Carlo Acutis, recentemente proclamato beato, quanto la biografia del beato Enrico da Bolzano.

C’è una santità del quotidiano, che sta alla portata di tutti, perché non esige atti eroici ma una fedeltà perserverante agli impegni battesimali e ai doveri del proprio stato di vita.

Quando poi Dio manda una croce pesante per santificare un’anima, le dona anche le grazie necessarie per accoglier-la e portarla con amore.

La Sua onnipotenza supplisce alla fragilità umana e la Sua misericordia copre i peccati più gravi se riconosciuti con sincero pentimento.

Finché abbiamo l’umiltà di ascoltare e di lasciarci plasmare da Dio, Egli trova bene il modo di far trionfare la Sua grazia.

“Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me” (cf. Sal 23).

Glorificando i Santi rendiamo gloria anzitutto a Dio per la Sua infinita bontà e riconosciamo primariamente l’eroicità dei meriti del Suo Figlio unigenito Gesù Cristo!

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Gesù, Re d’amore!

Gesù, Re d’Amore, abbi pietà di noi.
Poiché vogliamo amarti,
aiutaci ad amarti.
Poiché riconosciamo che Tu sei il Re vero,
aiutaci a sempre più conoscerti.
Poiché crediamo che Tu puoi tutto,
conferma la nostra fede con la tua
misericordia.

Tu, Re del mondo, abbi pietà del povero
mondo e di noi che siamo in esso.
Tu, Re della pace, da’ la pace al mondo e a noi.
Tu, Re del cielo, concedici di divenirne sudditi.
Tu lo sai che piangiamo: consolaci.
Tu lo sai che soffriamo: sollevaci.
Tu lo sai che abbiamo bisogno di tutto: aiutaci.

Noi sappiamo che soffriamo per nostra colpa, ma speriamo in Te.
Noi sappiamo che è ancora poco quello che soffriamo rispetto
a quello che meriteremmo di soffrire, ma confidiamo in Te.
Noi sappiamo quello che abbiamo fatto a Te,
ma sappiamo anche quello che Tu hai fatto per noi.
Sappiamo che sei il Salvatore: salvaci, Gesù!

Re, dalla corona di spine, per questo tuo martirio d’amore
sii per noi l’Amore che soccorre.
Aprici colle tue mani trafitte i tesori della Grazia e delle grazie.
Vieni a noi coi tuoi piedi feriti.
Santifica la terra e noi col Sangue che goccia dalle tue piaghe: gemme della tua regalità di Redentore.
Apri all’amore i nostri cuori con le fiamme del tuo cuore aperto per noi.
Se ti ameremo saremo salvi qui, nell’ora della morte
e dell’ultimo Giudizio.
Venga il tuo Regno, Signore, in terra, in Cielo, e nei nostri cuori.
Amen.

[Preghiera ispirata a Maria Valtorta, 22. 10. 1944]

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In preghiera con i Cresimandi

Signore Gesù, io credo in te, spero in te e confido nel tuo amore. Guidami nel cammino della conversione fino alla pienezza della santità.

Fa’ che, per la forza della tua Grazia, io ti segua docil-mente, ti conosca sempre meglio e ti accolga nella mia vita.

Perdona i miei peccati, dammi la forza di compiere sempre la volontà del Padre e di respingere ciò che ad essa si oppone.

Dàmmi la forza di rinnovare questi propositi ogni giorno del mio cammino quaggiù, nella Speranza di condividere con te, Signore, con Maria e con tutti i tuoi Santi, la gioia infinita ed eterna del Paradiso.

Gesù, mio Signore e mio Dio, insieme a Maria santissima, al mio angelo custode e al mio santo Patrono ti ringrazio con tutto il cuore. Così sia.

[Ringraziamento nella S. Messa con i Cresimandi:
Millan, domenica 11 novembre 2018]

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“E’ veramente giusto renderti grazie…”

Nella domenica della Missione (21 ottobre) diciamo grazie a Dio per l’azione missionaria della Chiesa, che ha raggiunto anche noi e nella quale ora siamo coinvolti come soggetti attivi.

La domenica seguente (28 ottobre) il motivo del “grazie” è il raccolto, cioè i frutti della terra e del lavoro dell’Uomo; dai beni che fanno bella la nostra vita quaggiù siamo chiamati a ringraziare il Padre per i beni necessari al conseguimento della nostra felicità eterna, quelli racchiusi nel Pane eucaristico.

Nella festa dei Santi, che apre il mese di novembre, il “grazie” della Chiesa pellegrinante si unisce al “grazie” della Chiesa trionfante, cioè dei Redenti, che insieme a Maria assunta sono gli esultanti testimoni della gloria di Dio e della definitiva vittoria del Suo Cristo contro il Male e il Maligno. La loro intercessione è aiuto essenziale nel nostro cammino.

La memoria dei Fedeli Defunti è anch’essa motivo di ringraziamento: ci ricordiamo di loro con affetto, certi che la nostra nostalgia di rivederli nel Regno della vita e della gioia eterna non sarà delusa.

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Il sole abbronza, l’Eucaristia santifica…

Nato a Londra il 3 maggio 1991, dove i genitori si trovavano per esigenze di lavoro, CARLO ACUTIS cresce a Milano e di lui si parla sempre come di un ragazzo normale, con abitudini simili a quelle dei suoi coetanei, che amava studiare, giocare a pallone e stare assieme agli altri.
Patito di Internet come i suoi compagni, a differenza di tanti di loro, Carlo era convinto che la Rete sarebbe potuta diventare “veicolo di evangelizzazione e di catechesi”.

Carlo dimostra di essere molto portato per l’informatica. Sul web (cf. http://www.miracolieucaristici.orgè presente la mostra virtuale progettata e realizzata da lui a 14 anni, che sta facendo il giro del mondo e che testimonia come per Carlo l’Eucaristia fosse davvero l’”autostrada per il Cielo” – come lui stesso la definiva.

Dall’età di 12 anni Carlo partecipa quotidianamente alla S. Messa e di fare la Comunione. E’ fedele alla preghiera del S. Rosario e trascorre molto tempo nell’adorazione dell’Eucaristia, poiché “quando ci si mette di fronte al sole ci si abbronza… ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”.

Nel 2016, a soli 15 anni, Carlo muore per una leucemia fulminante.

Viene proclamato Beato nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi il 10 ottobre 2020. La sua memoria sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte.

Con l’entusiasmo della giovinezza Carlo ha coltivato e messo al centro della sua vita l’amicizia con Gesù, amato e adorato nel sacramento eucaristico. Carlo ha portato frutto fino alla santità, testimoniando che questa vetta non è riservata a pochi eletti, perché il Padre la rende accessibile a tutti i suoi figli.

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La festa del Pane

Mentre scrivo queste righe, fuori, in piazza Duomo, sono cominciati i preparativi per la Festa del Pane.
Il pane ci rimanda alla prima dimora di Gesù, Betlehem, che tradotto significa appunto “Casa del Pane”: qui il Figlio unigenito del Padre si è manifestato visibilmente, per donarsi, come pane vivo, nel suo ministero pubblico e infine nel sacramento eucaristico, memoriale della Sua passione.

“Nulla è più positivo del pane” ha scritto il grande Fëdor Dostoevskij in calce ad un suo famoso romanzo. Ne siamo convinti anche noi Credenti, che ad ogni Messa benediciamo Dio per il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo e invochiamo su di esso l’effusione dello Spirito, affinché lo trasformi in cibo per la vita eterna.

E’ un cibo, quello che riceviamo nella S. Messa, che un po’ alla volta ci fa capaci di diventare a nostra volta pane spezzato e offerto, sull’esempio di Cristo.

Quanta forza d’amore sia racchiusa e trasmessa mediante il pane eucaristico lo attesta, da martire, il terzo vescovo di Antiochia di Siria, il grande sant’Ignazio (sua memoria liturgica il 17 ottobre), sbranato dalle belve nel Colosseo di Roma nell’anno 107.

Egli comprese il proprio martirio in senso eucaristico e in viaggio verso Roma, mediante lettere, suppicò i cristiani dell’Urbe di non intercedere per la sua liberazione, ma di consentire il suo martirio: “Lasciatemi essere il nutrimento delle belve, dalle quali mi sarà dato di godere Dio. Io sono frumento di Dio. Bisogna che sia macinato dai denti delle belve, affinché sia trovato puro pane di Cristo”.

Nulla è più positivo del pane, quello terreno e quello eucaristico, segno di tutti i beni che la Provvidenza divina elargisce per il benessere del corpo e dell’anima, e perché impariamo a ringraziare Dio.

In ottobre, mese della vendemmia e del ringraziamento, mettiamo al centro della nostra preghiera non la supplica ma la gratitudine! Ringraziamo anche per le prove e le sofferenze, che Dio permette al fine di accrescere il tesoro più prezioso che abbiamo, quello della nostra Fede.

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Maria suscita nuovi araldi del Regno

“Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
noi ti lodiamo e ti benediciamo,
onorando Maria, regina degli Apostoli
e prima missionaria del Vangelo.

Guidata dal tuo Santo Spirito
si mise in cammino per portare
a Giovanni il Cristo, sorgente
di santificazione e di gioia.

Sospinti dallo stesso Spirito,
Pietro e gli altri Apostoli
divennero intrepidi
annunziatori del Vangelo
per la salvezza e la vita
di tutte le genti.

Ed anche oggi la beata Vergine
suscita nuovi araldi del tuo regno:
li sprona con l’esempio,
li infiamma con il suo amore,
li sostiene con la preghiera incessante,
perché annunzino in ogni parte
della terra il Cristo redentore”…

(dalla Liturgia)

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“E’ veramente giusto renderti grazie…”

Nella domenica della Missione (21 ottobre) diciamo grazie a Dio per l’azione missionaria della Chiesa, che ha raggiunto anche noi e nella quale ora siamo coinvolti come soggetti attivi.

La domenica seguente (28 ottobre) il motivo del “grazie” è il raccolto, cioè i frutti della terra e del lavoro dell’Uomo; dai beni che fanno bella la nostra vita quaggiù siamo chiamati a ringraziare il Padre per i beni necessari al conseguimento della nostra felicità eterna, quelli racchiusi nel Pane eucaristico.

Nella festa dei Santi, che apre il mese di novembre, il “grazie” della Chiesa pellegrinante si unisce al “grazie” della Chiesa trionfante, cioè dei Redenti, che insieme a Maria assunta sono gli esultanti testimoni della gloria di Dio e della definitiva vittoria del Suo Cristo contro il Male e il Maligno. La loro intercessione è aiuto essenziale nel nostro cammino.

La memoria dei Fedeli Defunti è anch’essa motivo di ringraziamento: ci ricordiamo di loro con affetto, certi che la nostra nostalgia di rivederli nel Regno della vita e della gioia eterna non sarà delusa.