In un incontro serale della Consulta di Oratorio, qualche giorno fa, sono emersi alcuni temi molto interessanti, legati a osservazioni e preoccupazioni condivise da tutti: ci stiamo incamminando verso tempi ecclesiali nuovi, senza bene sapere dove stiamo andando…
Una punto di convergenza che ci ha trovati uniti era la certezza che il cristiano del futuro dovrà essere un testimone, capace di attingere dal proprio cuore e dalla propria preghiera la capacità di portare nel mondo il profumo del vangelo.
Se nei tempi passati la Chiesa poteva contare su tradizioni e strutture solidamente impiantate nel tessuto sociale, i tempi odierni cambiano rapidamente e vanno verso una progressiva rapida laicizzazione della società, che già si fa sentire con tanti segnali inquie-tanti: ad es. il calo del numero dei battezzati, una diffusa ignoranza dei fonda-menti della fede, l’incapacità di viverla dentro le famiglie, la conseguente carenza di vocazioni consacrate, la ri-chiesta dei sacramenti senza vero impegno di fede, la perdita del senso cristiano della domenica, la poca efficacia dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, ecc…
Non vogliamo piangerci addosso: si tratta di sfide del nostro tempo e della nostra generazione, che ci impe-gnano anzitutto in uno sforzo di conversione individuale e comunitario.
Già molti decenni fa un grande teologo (Hans Urs von Balthasar) affermava che “il cristiano del futuro sarà un mistico oppure non sarà”, intendendo con questa espres-sione semplicemente che i cristiani del futuro dovranno sforzarsi anzitutto di prendere nuova coscienza del “Mistero” del loro Battesimo, se vorranno avere la forza di una efficace testimonianza del Vangelo nel mondo.
Quanto più la Chiesa viene spogliata delle antiche strutture e tradizioni e del suo influsso sociale e culturale – fino a pochi decenni fa molto forte, – tanto più il cristiano dovrà attingere le ragioni di una vita secondo il vangelo dalla propria preghiera e dalla propria convin-zione di fede: ecco cosa è necessario per stare in piedi dentro un mondo, che pur avendo estremo bisogno di Dio, sempre più decisamente tende a negarne l’esistenza, nel momento stesso in cui esprime un nuovo ed esasperato illuminismo.
In una testimonianza rilasciata da Josef Ratzinger nel 1969 (sic) ad una radio tedesca, il teologo affermava:
“Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto, diverrà piccola e dovrà imparare più o meno dagli inizi…
“Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempo di prosperità…
“Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali.
“Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza…
“Sarà una chiesa più spirituale, che non si arrogherà un man-dato politico, flirtando ora con la sinistra ora con la destra…
Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti”…
E’ verso questa direzione che stiamo camminando?
Di fatto tutti ci accorgiamo che “le cose stanno cambiando”: per secoli e fino a pochi decenni fa tutto ruota-va attorno al suono delle campane e alla voce grossa del parroco; questi tempi adesso stanno rapida-mente tramontando, e non è un male.
Si aprono tempi nuovi, nei quali è richiesta una maturità di fede nuova, che per qualità e spessore dovrà tenere il passo con quella richiesta ai Credenti, purtroppo ancora oggi confrontati con la persecuzione violenta.
Per comprendere e assecondare il piano di Dio e stare al passo coi tempi saranno pure importanti le sedute, ma a nulla servono se manca la preghiera, in specie l’adora-zione eucaristica, l’ascolto di Dio e la conversione per-sonale; come sottolinea spesso il nostro Vescovo Ivo, è da qui che parte ogni vero rinnovamento.