Cosa possiamo chiedere a Maria nostra Madre nel mese particolarmente dedicato alla sua devozione?
Ad esempio che ci aiuti a servirci gli uni gli altri da veri discepoli del Suo Figlio.
In queste settimane, contrassegnate da una più intensa esperienza di vita familiare, sentiamo forse maggior-mente il bisogno di imparare il gesto semplice del servizio reciproco, posto dal Signore poche ore prima di andare a morire per noi:
“Se Io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto Io”(cf. Gv 13, 1- 17).
Che meraviglia!
Quante volte lo abbiamo fatto e lo facciamo ogni giorno, senza pensarci…
Quante volte ne abbiamo fatto esperienza!
Non passa giorno che non ci chiniamo, in tanti modi, a lavarci i piedi gli uni gli altri; e tutti abbiamo imparato che la vita nelle nostre case diventa tanto più bella, quanto più riusciamo a metterci a servizio gli uni degli altri con amore puro e disinteressato, secondo l’esempio che Lui ci ha dato!
Non passa giorno che non ci chiniamo, in tanti modi, a lavarci i piedi gli uni gli altri; e tutti abbiamo imparato che la vita nelle nostre case diventa tanto più bella, quanto più riusciamo a metterci a servizio gli uni degli altri con amore puro e disinteressato, secondo l’esempio che Lui ci ha dato!
E’ così significativo e profondo il semplice gesto di Gesù – e talmente decisivo per la vita nostra e nelle nostre case, che sarebbe opportuno ogni tanto replicarlo in forma di preghiera, insieme ai nostri cari.
Anticamente, quando i pellegrini e i poveri bussavano alla porta dei grandi monasteri benedettini per cercare ristoro, cibo, riparo, venivano accolti dall’Abate in persona, il quale – riconoscendo in essi la presenza del Signore, lavava loro le mani e i piedi!
Diciamo grazie al Signore, che sostiene chiunque voglia vivere nel segno del servizio; e a Maria, che ci incoraggia a seguire Gesù con il suo esempio e la sua intercessione.
Una seconda preghiera possiamo affidare alla Vergine, che la Chiesa ci insegna a venerare quale madre e maestra spirituale: di guidarci verso quella piena fiducia in Dio, che ha contraddistinto la sua vita santa.
Alla domanda dei discepoli: “Signore, insegnaci a pre-gare”, Gesù ha risposto con il Padre Nostro e ci ha insegnato a rivolgerci a Dio chiamandolo “Abbà”; la bella parola ebraica esprime il nostro “padre”, cioè colui al quale il figlio adulto deve obbedienza e rispetto (una volta gli si dava del Voi!); e anche il nostro “papà”, “papi”, “babbo”, cui il figlioletto si rivolge pieno di tenerezza, di fiducia e di affetto.
“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri!”
– ci insegna il Signore in Lc 12,6-7.
Alimentiamo la fiducia in Dio, nostro Padre, Padre della nostra vita! E’ così bello vedere i bambini correre dal papà pieni di fiducia, perché “il papà è forte e mi vuole bene”!
Dio ci provoca ad avere fiducia in Lui!
Se in questi giorni abbiamo un po’ più tempo, osserviamo il cielo, le stelle, la luna, il germogliare delle piante e lo sbocciare dei fiori…
Guardiamo qualcuno dei tanti, bellissimi documentari sulla Natura – siamo la prima generazione umana a poterne disporre! – che scrutano nelle profondità dei cieli e degli abissi…
Stupore e meraviglia possano affiorare nei nostri cuori, mentre osserviamo la Sua opera pensando a Lui; davvero, ‘padre’, ‘papà’, ‘babbo’…:
“… quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature!” (Sal 103,24).
… E in vita e in morte, noi siamo figli tuoi, figli amati da Te!