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Benedici il Signore, che da senso alla tua vita

Bella l’estate, ma non meno bello l’autunno, pieno di colori e di frutti. Chi crede sente il bisogno di ringraziare Dio, come fa stupendamente l’autore del salmo 104:

“Benedici il Signore, anima mia, / Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore, / avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda, / costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro, / cammini sulle ali del vento”…

La contemplazione della natura può aprire un cuore agli interrogativi essenziali, che costituiscono l’oggetto di ogni religione, la quale ha come fine quello di orientare la persona in ordine al senso della vita:

“Perché sono? Per chi sono? Da dove vengo e dove sono diretto? Cosa mi attende oltre la morte, che cosa posso sperare? Qual’è il senso ultimo di questo mondo, talmente bello da togliere il fiato? e perché ancora tanta sofferenza e cattiveria tra gli uomini?”

Mi chiedo: sono sentiti questi interrogativi?
Essi non hanno scadenza, non sono “urgenti”, come gli impegni che riempiono le nostre giornate…
Ma se vogliamo “vedere in profondità” dentro il mondo e dentro la vita; e se vogliamo in tal modo superare la nostra radicale solitudine entro l’Universo, nel quale non troviamo (e non troveremo) compagni, abbiamo bisogno di riscoprire il nostro bisogno religioso, dobbiamo pren-derci il tempo di approfondire quelle domande di fondo non urgenti ma essenziali, che reclamano la luce della Fede, oltre ma non contro la scienza.