Deserto scuola di fede

4.3.99

Deserto scuola di fede

Nel deserto per riapprendere primato assoluto Signore alleanza Nm1,1. La stasi egiziana – 40 anni – stasi della fede: Il popolo ha perduto la coscienza di essere discendenza di A. I. G. x Giuseppe = popolo del Signore, partecipare elezione promesse vocazione patriarchi di fronte alle nazioni. Il pellegrinaggio della fede di Abramo è diventato, nei loro numerosi discendenti, un insediamento nella mondanità + sicurezza dell’ Egitto e un’alienazione nell’idolatria, un oblio della promessa e della speranza della terra promessa, una trasformazione della comunione propria della famiglia patriarcale nella comoda incoscienza di una massa di schiavi. Dimentichi propria vocazione si sono spiritualmente adagiati e rassegnati alla loro condizione.

Qualunque sensazione di comodo e sedentario benessere che possiamo trovare in determinate sensazioni, non è necessariamente segno indubitabile che ci troviamo nella volontà di Dio. Bisogna far memoria di ciò che Dio ha dal principio detto e continua a dire su di noi della sua chiamata con la quale riconfrontarsi costantemente per discernere /giudicare la nostra condizione presente.

All’entrare nel deserto, la prima tappa fondamentale della rieducazione del popolo alla fede dei padri è rappresentata dall’arrivo + sosta pendici Sinai Es 19,1-8. Questa montagna è il Segno del Signore ai cui piedi Israele è condotto per riapprendere l’ascolto sua Parola. L’obbedienza indiscussa ai suoi comandamenti e a fare l’alleanza con lui Es 3,1- 19,3-8. I profeti rileggeranno questo pervenire di Israele davanti al monte in termini inequivoci di innamoramento totalmente gratuito, di seduzione amorosa, alleanza sponsale cfr 16,7-8.

Simili letture promuovono l’elezione alleanza di Abramo estendendola a un intero popolo. Al Sinai YHWH si appropria d’Israele, lo fa suo. In Es 19 c’è la promessa + preparazione di un’alleanza che viene conclusa in Es 24. La parola decisiva di questa appropriazione è segullah = possesso esclusivo, scelto, prezioso, carissimo, appartenenza e messa da parte preferenziale. Il termine si trova spesso associato a un altro: nachalah = possesso di ciò che si è già acquistato, eredità. Israele è designato ripetutamente come am segullah = popolo particolare del Signore, consacrato a lui Dt 7,6…

Bisogna notare che in Es 19,5 l’appartenenza d’Israele al Signore non si riduce al possesso che a lui già spetta e che esercita “su tutta la terra”. Tutta la terra + tutti i popoli appartengono a YHWH ma Israele gli appartiene in modo assolutamente singolare e – per tutta l’antica alleanza – esclusivo.

  • Nella NA verrà rivelata la ragione ultima di questa preferenza unica del Signore : Israele è il “sacramento” storico del Messia figlio unico di Dio Padre Rom 1,3 e dunque il testimone della sua unicità nella carne e nella storia (monoghenes). L’unicità d’Israele agli occhi del Signore, quale popolo-unico-suo-figlio-adottivo Es 4,2-23 ; Rom 9,4 viene pertanto confermata definitivamente rivelata come relativa al Figlio. Nello stesso tempo, proprio in virtù dell’apertura (adottiva 0 per grazia) di tale unica condizione figliale di Gesù (per natura in comunicabile) a tutti i credenti in lui – i quali diventano figli adottivi del Padre Gv 1,12-13 e in virtù dono suo Spirito ai credenti in Gesù Rom 8,14-17 anche tutti i privilegi di Israele Rom 9, 4-5 e dunque la sua singolarissima elezione, lungi dall’essere aboliti, vengono aperti e partecipati a tutti coloro che diventano figli-Dio-Padre-nel-Messia Gesù Ef 1,3-19. Questi diventano pure discendenza -di-Abramo non secondo la carne ma secondo-la-fede Rm 4. L’estensione dell’elezione d’Israele ai gentili che accettano di aggiungersi al popolo dell’Alleanza At2,41-47: è l’evento messianico teologicamente straordinario che compie definitivamente l’evento messianico l’unica alleanza di YHWH con Israele e la rende nuova = ultima senza abrogarla Mt 5,17-19 cfr Gv Paolo II alla com. ebraica di Magonza 17.11.1980

Il tema verrà ripreso solennemente nel contesto del cammino attraverso il deserto degli oracoli prof. Balaam Nm22-24 Dt 7,6. Per entrare in una vera comprensione elezione biblica, bisogna sottolineare con forza il fatto che Dio ha scelto incondizionatamente e si è legato irrevocabilmente e per sempre, a un intero popolo, a un gruppo umano storico con tutta sua discendenza; non a una religione – l’ebraismo – né solo ai devoti, ai credenti e ai santi di quel popolo. Alla storia della sua relazione con questo popolo particolare il Signore ha legato la manifestazione di sé, a tutti gli uomini tra i quali questo popolo farà circolare la benedizione.

L’alleanza (berit) sinaitica si presenta come uno “statuto elettivo di comunione interpersonale e dialogica” che YHWH offre e propone collettivamente a Israele, e che fa seguire da un’istruzione (Torah) data per vivere in tale alleanza. Una volta che il popolo avrà accettato la berit, questa diverrà vincolante e per sempre, come ogni realtà su cui Dio pronuncia la sua parola e impegna la sua libertà. L’alleanza del Sinai – come ogni sua antecedente conseguente tappa successiva – consta di 2 momenti : prima di tutto l’appropriazione irrevocabile d’Israele da parte di YHWH Es 24,1 firmata nel sangue: preparata dalla teofania e dal dono, senza mediatori, delle “10 parole” in Es 19,7 – 20,1 ; in secondo luogo per la mediazione di Mosè vengono enumerate le conseguenze + modalità + vicissitudini storiche della fedeltà di Israele all’impegno preso col suo Signore Es 25-31; 35,1 – 40,3; preparate dal “codice dell’alleanza” Es 20,22-23.33.

Il primo momento viene espresso costantemente da un’unica formula semplicissima: “Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” Es 19,5…e da una risposta popolare altrettanto semplice: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo ascolteremo” Es 24,7

Il secondo momento prevede le molteplici stipulazioni, comandamenti, prescrizioni, osservanze, nelle quali questa appartenenza dovrà concretizzarsi nella storia.

Dal primo momento scaturisce l’elezione irrevocabile, dal secondo consegue la salvezza effettiva , condizionata dalla fedeltà all’alleanza.

Il primo momento impegna soprattutto: egli resterà per sempre il partner alleato d’Israele la fedeltà di Dio al popolo. Qualunque cosa avvenga, una volta conclusa l’Alleanza, il Signore non la romperà mai. La sua parola non conosce scadenza Sal117,2. Il secondo momento concerne soprattutto la fedeltà del popolo a Dio: se conserverà i comandamenti, i precetti, leggi dell’alleanza, conoscerà le benedizioni; se mancherà, incapperà nelle maledizioni, senza per questo venir mai ripudiato definitivamente dal Signore.

Le nazioni pagane, poi, insieme al cielo/terra saranno i testimoni del patto tra il Signore e Israele, della fedeltà di YHWH a Israele e della fedeltà/infedeltà di Israele al suo Dio. Sono estremamente interessate a questa alleanza + sue vicissitudini dal momento che un giorno anch’esse dovranno diventare soggetti Is 19,24-25 -> quest’analogia amorosa e sponsale dell’alleanza esploderà negli oracoli prof. + poesia Ct, il primo momento verrà espresso dalla parola dello sposo alla sposa “Tu sei una!” Ef 16,8; il secondo, da una parte dagli ornamenti con cui lo sposo rende bella la sposa Ef 26,9-14 e dall’altra dalle vicissitudini e dall’effettiva perseveranza della sposa nella fedeltà allo sposo Ef 16,15-34. Seguono l maledizioni per l’infedeltà, vinte comunque alla fine dalla benedizione dell’immancabile perdono doppiamente gratuito dello sposo divino Ef 16,35-63.

Fare – dar ascolto: tradizione ebraica ha molto riflettuto. Quando udirono questa risposta 600 angeli vennero a porre 2 corone sul capo di ogni israelita una per ciascuno di questi 2 verbi (rimosse dopo il vitello) 33.6. A questa risposta una voce venne dal cielo: “Chi ha rivelato ai miei figli il segreto degli angeli del servizio divino” “potenti esecutori dei suoi comandamenti, pronti ad ascoltare la sua parola”? Sal103,20. Per ascoltare e comprendere davvero la volontà di Dio, bisogna cominciare a farla, senza perdersi troppo nel volerla previamente comprendere ponendo questioni a volte interminabili e cavillose Lc 10,25-37.

Nella terminologia teologia cristiana si potrà riconoscere nel primo momento la gratuità indicatrice della fede : nel secondo la imperatività morale . E ancora nel contesto teologia sacramentaria: nel primo momento – carattere sacramentale + frutto condizionato della grazia del sacramento.