La notte di veglia per il Signore

4.2.99

La notte di veglia per il Signore + Israeliti i generazione in generazione 12,42

E’ la Pasqua del Signore 12,11

Un fenomeno comune a tutta la Bibbia = presentare testi che descrivono eventi facendo riferimenti a tradizioni diverse. E’ come se i redattori che hanno composto il testo finale non abbiano voluto tralasciare o sciupare nulla di tutto ciò che hanno ricevuto dalla tradizione. Hanno unito insieme tradizioni, a volte di contenuto sensibilmente diverso. Se hanno fatto questo, però, è perché erano convinti che ogni tradizione e diverso resoconto degli eventi era portatore della parola di Dio.

In Es 14-15 ci troviamo di fronte a un testo che, nel suo insieme, e nella sua redazione finale, è tutto un documento di fede. Ciò che interessa all’autore biblico non è tanto rilevare esattamente come sono avvenuti storicamente i fatti, ma il significato esistenziale che il popolo di Dio ha attribuito a questi fatti: come seei sono stati letti, capiti e vissuti dal popolo di Dio.

E questa, a ben riflettere, è una dimensione ancor più storica di quella che pretende di ricercare i fatti nudi.

La mentalità positivistica è estranea agli autori biblici. Fanno esercizio di intelligenza che ricerca il significato profondo e vitale delle cose. Il testo biblico, per essere letto e compreso nella sua verità, deve essere però accolto come documento di fede, come un testo che ci riporta agli eventi che sono stati capiti alla luce del Signore da persone coscienti del fatto che tutta la storia umana si svolge davanti a Lui e in essa si va disegnando la sua storia di salvezza. Dio mette in moto la natura e visita la storia essendo Creatore e Redentore.

Premessa importante per collocarsi bene davanti a qualunque testo biblico, specie per Es 14-15 = uscita Egitto – passaggio mare = evento fondatore coscienza d’Israele + sua identità come popolo di Dio : tappa fondamentale sua storia + memoria + cuore.

Quello che Israele capisce di se stesso e della sua identità si attua lì, nel mare di Suf. Momento così decisivo che, quando Dio si rivolgerà al popolo in seguito, lo presenterà sempre come propria carta da visita.

“Voi avete visto ciò che ho fatto all’Egitto…come vi ho condotti a mano alzata e a braccio teso” 19,4

E questo in testi dall’ Es a Sap. in tutto Torah – prof. sapienti = Bibbia ebraica

Altro aspetto: il contesto in cui è inserito.

Staccato può essere incomprensibile o, comunque, ciò che si capisce in esso può essere molto più povero, o non corrispondente al contenuto reale. Di fatto se si legge con attenzione 14-15 si risolve una forte tensione già iniziata Es 1.

I primi capitoli si aprono: ebrei miserabili in Egitto. Il pianto è salito a Dio 2,23. Es 15 invece ribaltamento situazione, con trasformazione del pianto in canto di Vittoria , lode, gioia, mentre tutto l’Egitto piange morte primigeniti 12,29-30. Inoltre il cap 1 si concludeva con l’intenzione esplicita del faraone di far annegare nel Nilo tutti i bambini maschi degli ebrei v.22. Alla fine, invece, si constata che i tentativi del faraone si ritorcono contro di lui. Gli Egiziani finiscono nel mare e Israele li vede affogati sulla riva 14,30-31.

I cap. intermedi 7-12 descrivono i tentativi di liberazione d’Israele + mediazione Mosè/Aronne + 10 piaghe.

Anche questi cap. sono portatori di una tensione che si scioglie solo in 14-15 con passaggio mare + canto di lode. In quei cap. torna come un ritornello il tema dell’indurimento del cuore del faraone in modo che non faccia uscire Israele dall’ Egitto e il Signore possa farsi conoscere dagli egiziani manifestando la su gloria al faraone + tutto suo esercito 4,21; 7,3-5; 13,22-23… Questo indurimento è attribuito talvolta all’azione stessa del Signore.

In realtà non è il Signore che indurisce ma è un dato di fatto realissimo….resistenze indicibili….

In Es 14-15 si dice come va a finire la tensione prodotta da questo contrasto estenuante, apparentemente provocato dal Signore stesso: i nemici di Dio, rappresentati dagli Egiziani (e dal mare), sono vinti e la pace scende nei cuori insieme alla lode esultante.

11.2.99

2) Osservazioni sulla composizione letteraria

I cap. 14-15 = unità di luogo e tempo. Tutto si svolge presso il mare. Lo spazio della vicenda è contrassegnato dal mare e dall’asciutto. Il cap.14 inizia presentandoci Israele accampato presso il mare vv.1-2. Poi, dopo il discorso iniziale di Dio, viene descritto l’inseguimento degli egiziani che “li raggiunsero mentre stavano accampati presso il mare” 14,9, a cui fa seguito la grande paura degli israeliti, i quali gridano al Signore. Viene quindi presentata la liberazione con l’apertura del mare e il passaggio all’asciutto; in seguito il mare ricopre gli egiziani che vogliono passare dietro Israele15,19. Cap.15 sull’altra sponda presso il mare, il popolo prorompe in un canto di gioia 1-18 20-21.

Secondo l’aspetto temporale, il testo è costruito in modo tale che tutta l’azione è concentrata nell’arco di una nottata, compresa la sera precedente e la mattina seguente.

E’ sera quando gli egiziani raggiungono Israele sulla riva del mare e gli Israeliti gridano il terrore.

E’ notte quando il mare viene traversato; il Signore compie il prodigio di notte 14,20.24.27.

Ed è mattina quando Mosè e tutto Israele gridano di gioia nel Signore Es 15.

Il mare, la notte e il giorno sono realtà ricche di valore simbolico, portatrici di teologia e di significato spirituale. In un certo senso si può dire che anche Es 14 e non solo 15 si un testo poetico. Perciò occorre farne una lettura che tenga conto – + che dei semplici particolari e del come si svolge la vicenda – del valore emblematico e paradigmatico dell’evento che viene narrato. Bisogna concentrarsi sui significati soggiacenti ai fatti raccontati, sulla loro portata salvifica per noi che, leggendo questa storia, dobbiamo convertirci per attuarla.

Questo evento accaduto a Israele contiene un significato talmente grande che in esso si descrive anche la vicenda di ognuno di noi. E’ una tappa della storia della salvezza che, pur godendo autonomia di un evento storico……modello paradigmatico che si ripete e continua a ripetersi nella stori del popolo di Dio di Israele, di Gesù, della Chiesa, di ognuno.

In presenza evento fondamentale, in cui si iscrivono tutti i momenti seguenti agire di Dio nella storia del suo popolo. Nel deserto, nell’insediamento terra….monarchia, esilio….Israele trova il senso di quello che sta vivendo ricordando l’uscita dall’Egitto, passaggio mare. Ciò che apprende qui è decisivo per capire come vivere ogni momento sua esistenza.

Il canto del mare è il canto che il popolo di Dio deve intonare ogni giorno della sua vita, perché sempre esso è chiamato a uscire da una situazione di morte e di schiavitù per vivere libero, lasciandosi guidare e salvare solo da Dio.