Mosè servo del Signore
Mosè servo del Signore il cui ricordo è benedizione Sir 45,1
In Mosè si storicizza la strategia leggendaria di Noè e si ripete – ormai alla testa di tutto il popolo, di cui Mosè si fa solidale – la chiamata solitaria di Abramo. In lui continua l’economia salvifica di Dio: a un uomo solo è affidata la liberazione di tutti Dt 34,10-12. Lo stesso Mosè, però, asserisce Dt18,15-19.
La prima generazione NT ha preso coscienza di aver visto i giorni di questo secondo e ultimo Mosè in Gesù di Nazareth Mt 13,16-17; Lc 10,23-24 . Il testo di Dt 18, infatti, ricorre mole volte, in modo esplicito/implicito nei loro scritti Gv 1,21.25…
Sulla questione se diventare discepoli di Gesù comporti cessare di essere discepoli di Mosè si è disputato aspramente, agli inizi della Chiesa, tra giudei credenti in Gesù e giudei non credenti in Lui Gv 19,17.24-41; At 6,9-14…
La disputa continua fino ai nostri giorni e, fatto abbastanza curioso, questa stessa questione viene risuscitata, in tempi relativamente recenti ,anche da quei cristiani che, allineandosi con l’opinione di molti Giudei non credenti in Gesù, non vedono più ciò che vedevano tanto luminosamente i primi discepoli = si può diventare veri discepoli di Gesù rimanendo veri discepoli di Mosè, e che proprio per essere completamente fedeli a Mosè si può abbracciare la fede in Gesù Lc 16,29-31; 24.27.44-47; Gv 1,43-45; At 26,22-23…cantando con fervore perfettamente legittimo il cantico di Mosè , sevo di Do, e il cantico dell’Agnello Ap 15,2-4 . Essi al contrario sentono il bisogno di affermare che Gesù avrebbe abolito il momento più propriamente mosaico della Torah d’Israele e che, perciò, invece di compiere Mosè, lo avrebbe cancellato, sostituito. A proposito della continuità AT, NT questi “cristiani della gentilità” trovano Mosè e la Torah – che il Signore ha donato per suo mezzo a Israele- molto più ingombrante di Abramo.
Lo stesso Gesù h risposto anticipatamente sia ai giudei non credenti in lui, sia a quei cristiani che non credono più a Mosè, , asserendo che chi crede veramente tutto quello che Mosè ha inteso dire e scrivere, crede pure a lui, chi non crede in Gesù, non giunge a credere a tutto ciò che Mosè a detto ed è stato Gv 5,45-47; 7,19-24. Il dono della Torah fattoci per mezzo di Mosè si è ……lato e compiuto in quello dell’Amore e della fedeltà che ci è venuto per Gesù Cristo Gv 1,17 , ma con cui il Signore si era già presentato a Mosè sul Sinai Es 34,5-7 in modo tale che noi abbiamo ricevuto grazia dopo grazia Gv1,16…
In ogni modo la persona/storia di Mosè- come pure la Torah donata ad Israele e alle nazioni per mezzo suo- sono ritenute dalla generazione Nt (specie Mt, Gv, At, Paolo, Ebrei, 1Pt, Ap) talmente essenziali per giungere alla fede in Cristo e per comprendere la missione + persona, che, lungi dal sorvolare come una semplice “ombra dei temi futuri” (come viene interpretato da molti cristiani Ebr 8,1-10.31) meritano di essere amorosamente lette, meditate, pregate e contemplate ,così come ha fatto l’arte cristiana fin al Rinascimento e oltre – Tiziano, Tintoretto, Veronese…- e come fa ancora la liturgia della Chiesa Sir 45,1-5.