Il figlio-fratello “giusto”
Giuseppe: il figlio/fratello “giusto”
Timore = fede, sapienza = speranza di Giuseppe. Su questi due fronti costituisce la risposta definitiva di Dio al primo sorgere del peccato nel giardino “Io temo Dio” 42,18 e all’insieme dei costruttori Torre “concordi solo nella malvagità” 11,4.
Rimane da sottolineare lo spessore notevolissimo che la storia di Giuseppe possiede anche sul fronte della seconda relazione, interpersonale/fraterna, che ci illumina sull’ultima risposta di Dio al peccato di Caino + ambiguità di Giacobbe.
- Prima serie di insegnamenti resistenza di Giuseppe alla moglie di Patifar Gn39. Nessuna tentazione maschilista di bellezza v.6 che è segno del gradimento di Dio cfr Mosè, Giuditta, Ester, Israele + eletti del Signore….Stefano……non soddisfatta del marito ?! v. 14,17-19 Giuseppe sa fuggire v.12 = il destino di Giuseppe segnato sempre da una veste v.13-18.
- In sec. luogo fortezza di ripetuto e attuale comportamento casto v. -8a 10 deriva in Giuseppe da un orizzonte di giustizia nei confronti del suo padrone con cui vive abitualmente.
La vera castità è, in fondo, sempre una questione di giustizia + carità nei confronti del prossimo = carità giusta illuminata, pertinente, proporzionata.
- Terzo luogo il senso di giustizia che precede e presidia la castità di Giuseppe nasce in lui dal timore di Dio che lo custodisce sempre nella verità di tutte le sue relazioni “E come potrei questo grande male e peccare verso Dio?” v.9
”La bellezza della sincerità e verità del comportamento di Giuseppe verso ogni essere umano risplende in tutta la sua storia … Ma è nei confronti dei fratelli che risplende in modo specialissimo la pietà di Giuseppe.
Pronto a commuoversi…familiari, padre,…Beniamino
La giustizia = santità della sua fraternità rifulge nel perdono accordato ai fratelli in cui Giuseppe si rivela costantemente e spontaneamente ispirato da purissimi sentimenti NT Mt5,43-48; Lc 6,27-38; 23,34; At7,60; Rm 12,17-21.
Le durezze = indurli a un vero pentimento = vero perdono, vera riconciliazione.
Esatta catechesi evangelica sul perdono. Non è semplicemente un sentimento unilaterale di colui che perdona, anche se in lui si suppone, come precondizione, una sincera disposizione e desiderio di perdonare.
Il perdono è vero quando non si limita alla sfera dei sentimenti soggettivi, ma effettivamente ricerca una nuova e oggettiva relazione di comunione tra chi perdona e chi è perdonato. Nessuno può compiutamente perdonare a parole “da parte sua” senza richiesta o ricezione “dall’altra parte”; e anche che nessuno possa perdonare “in luogo di chi è stato offeso”. Lo Sho-ha = le vittime non ci sono più. Solo il Signore…