Iefte

“Stirpe prostituta + bastardo esce …”

Iefte

Introduzione storia 10,6-18 riprende quella generale 2,6-19. Questa volta l’apostasia degli Israeliti ha fatto sì che il Signore li abbia “venduti” (makbar) per 18 anni nelle mani degli Ammoniti = filistei. Questi oltre a opprimere gli israeliti insediati da tempo nella Transgiordania in Galaad minacciano ora pure Efraim, Beniamino, Giuda al di qua del Giordano. Gli Israeliti gridano al Signore, mostrando segni di sincera conversione e “il fiato del Signore divenne più corto sulla sciagura d’Israele”. Allora viene fuori Iefte, il galaadita, uomo forte e valoroso, un figlio di una prostituta cacciato di casa dai suoi fratellastri perché bastardo, un “uomo non troppo per bene”. Divenuto un bandito nel paese di Tob, viene ricercato un giorno dagli israeliti di Galaad come loro capo. Iefte si fa accompagnare dai loro anziani e si propone come condottiero supremo accampamento di Israele a Mizpa di Galaad un santuario Transgiordania a sud di Jabbok 10,17.

I messaggi che Iefte invia ripetutamente al re degli Ammoniti sono di un re. Ripercorrono con qualche confusione (Ammoniti – Moabiti) la memoria lontana della conquista Nm 20,24 = ben consapevoli elezione di Israele da parte di JHWH “Il Signore giudice giudicherà tra israeliti – Ammoniti … il suo spirito viene su Iefte”, il quale riporta strepitosa vittoria 11,21.23-24.27-29.

Qui però leggiamo nel testo qualcosa di straordinario. Prima della battagli Iefte fece voto al Signore: in caso di vittoria gli immolerà in olocausto la persona che uscirà per prima dalla porta della sua casa per andargli incontro … sarà una fanciulla, sua unica figlia. Narrazione altamente drammatica sacrificio umano, figlia unica accettato in obbedienza al padre della vittima, al quale solo chiede di poter discendere per due mesi tra i monti con le compagne a piangere sua verginità, cioè il disonore di morire prematuramente senza discendenza., Trascorsi 2 mesi, in obbedienza alla parola data al Signore fece di lei ciò che aveva promesso.

Questo racconto = l’unico caso di sacrificio umano nella Bibbia realmente effettuatosi, che non solo non sia condannato, ma che venga citato come esempio eroico di fedeltà al voto emesso davanti al Signore e ciò sia da parte del padre sia da parte figlia sacrificata. I sacrifici umani specie di fanciulli erano in abominio in Israele Es 13,11-16 Lv 18,21 .. Il fatto, però, di venire praticati dalle “più evolute” popolazioni cananee e fenicie conferiva un certo fascino anche tra il popolo di Dio, specie sotto pressione azioni guerresche 1Sam 14,24-45; 2Re 3,28. Il caso di Chiel e dei suoi due figli invera una maledizione di Giosuè 6,26 e quello dei 7 figli di Saul consegnati ai Gabaoniti è un rito religioso cananeo di espiazione, concesso da David a una popolazione pagana 2Sam 21,1-14. Simili riti sono comunque condannati severamente dai profeti Ger 7,31; 19,1-6..

Il sacrificio che somiglia di più è Abramo – Isacco. Con la differenza che il padre in buona fede pensa che sia il Signore a richiederlo e, soprattutto che la reale volontà del Signore non gradisce simili offerte, si manifesta con sostituzione ariete 22,1-19.ùLa tradizione ebraica, fondamnetalmente patriarcale/maschilistica ha celebrato la “legatura” (?) di Isacco + obbedienza di Abramo enormemente di più che l’immolazione effettiva figlia di Iefte il galladita pur ricordata da una commemorazione annuale fattane dalle fanciulle di Israele 11,39.

Su piano “buona fede” “buona coscienza” oggettiva e vera fede vera coscienza soggettiva cfr sopra: parola di Dio e inevitabile mediazione della coscienza umana che la interpretano e la riportano nella storia.

Qui la Bibbia senza lodare esplicitamente il voto di Iefte + suo adempimento, è discretamente testimone del primato assoluto che la coscienza di Israele riconosce al timore del Signore + fedeltà alla parola che gli si è data. La lode che JHWH riserva ad Abramo per non avergli rifiutato il suo figlio unico deve intendersi estesa, a maggior ragione, anche a Iefte, il galaadita bastardo, figlio di una prostituta e padre di una fanciulla purissima non solo nel corpo, ma specialmente nel cuore dal momento che, senza esitazione ma in tutta semplicità si sente obbligata dalla parola data al Signore dal padre a mettere liberamente a disposizione la propria esistenza umanamente incompiuta. 11,38

Questo è tutto? O c’è qualcosa di più in questa storia delicata e feroce che trova qualche corrispondenza in certi tragici e leggendari racconti classici Sofocle, Euripide, Virgilio? Come mai la Bibbia, così critica contro il costume cananeo di sacrifici umani insinua discretamente che esiste davvero una qualche relazione tra il voto fatto e compiuto da Iefte e la vittoria accordatagli dal Signore contro Ammon e anche contro i gelosi efraimiti, come pure con la sua conseguente affermazione come giudice di Israele per 6 anni? 12,1-7

Forse solo una lettura cristiana di questa storia ci può far intravedere in essa, come in trasparenza il mistero di una “salvezza pasquale” legata, in qualche nascosta maniera, al sacrificio di un primogenito e di un figlio unico Ger 6,26; Am 8,10; Zc 12,10. E’ un tema misterioso già adombrato dalla storia di un sacrificio incompiuto di Isacco; da quella 10a piaga di Egitto Es 4,23 .. dalla conseguente consacrazione al Signore, dal riscatto primogenito ruolo leviti in Israele, popolo primogenito del Signore Gs 4,22; 13,1-2.11-16; Ger 31,9 seg.

Non che al Signore sia gradito il sacrificio umano di un figlio o figlia, né che al Padre sia gradita la croce del Figlio. E’ all’opera però nel nostro mondo un satanico mistero dell’iniquità (to mensterio tes amonias?) ben più crudele di Amon. Solo il Signore Gesù può toglierlo di mezzo con il soffio = to pneuma della sua bocca Is 11,4, quello che egli ha reso al Padre esalando sulla croce Lc 23,46; Gv,19,30. Con la sua Resurrezione questo Soffio è diventato una spada Ef 6,17 con cui il Messia Signore definitivamente annienterà l’Avversario con l’epifania sua parusia 2Tes 2,7-10; Is 49,2..

La piccola figlia di Iefte il bastardo, vergine ignara di tutto, la nipotina di una prostituta che anticipa l’umile disponibilita di Myriam di Nazaret è stata coinvolta dalla economia misteriosa di quella divina sapienza nascosta e di quell’amore fino alla fine, che è giunta ad abbracciare persino la crocifissione del Signore. Gv 13,1; 1Cor 2,6-10.