don Giovanni Cereti – 17 settembre 1998

Bolzano 17/9/98
Don Giovanni Cereti
Religioni
1) Sorgenti di conflitto
Diffusione forzata
Il cristianesimo
Primi secoli
Azione missionaria
Conosce forme di violenza

2/1
Cosa insegnano le religioni?
Unico Dio
valore persona umana
Agape- Regola d’oro ] in tutte le religioni
Com- passione

2/2
Giustizia e pace = compromesso
Giustizia e demenza = compromesso
(Talmud)

2/3
In modo particolare nella tradizione ebraico-cristiana
Beati i miti-possiederanno la terra
Amare i nemici…..
-Ingresso a Gerusalemme a dorso d’asino Zac
-2 spade… chi non ha spada venda il mantello e ne comperi una
Resistenza armata!!!
3/1
Sono sorgente di comunione!?
3/2Moltissimi movimenti…pacifisti
“Tu uomo di Dio”
5 fratelli
Tutta la Scrittura per educare l’uomo di Dio alla giustizia 2Tim 3,16-17
Il Racconto + lectio = narrazione fatta da credenti, che parlano all’ interno della grande tradizione spirituale d’ Israele e della Chiesa cristiana, leggendo la Bibbia, non secondo i moderni metodi storico-critici o letterari, ma “come un insieme di testimonianze di una stessa tradizione” Pontif. commissione
Rendere conto a tutti i credenti e non, della immensa forza e consolazione che proviene dalle Scritture, e che tiene viva e nutre in noi una speranza indefettibile Rom 15,4 1Pt 3,15 La nostra consolazione (paraklesis) anche se la sperimentiamo nella nostra psiche, non proviene da questa ma dallo stesso Spirito Santo (pneuma agire) che ha ispirato e continua a ispirare sia la profezia sia l’evangelo dell’uno e dell’altro Testamento 1Pt 1,10-12 2Pt 1,211.
Mossi da questo stesso Spirito anche noi crediamo, e perciò parliamo (2 Cor 4,13). La lectio= non insieme di spiegazioni private 2Pt 1,20, ma come un servizio di quello Sprito (2 Cor 3,8) che ha presieduto alla redazione delle Scritture Vat II “eodem spiritu quo scripta est”.
Queste poi sono capaci di rendere sapienti in vista della salvezza per la fede in Cristo Gesù 2Tm 3,15.
Sono discorsi e letture spiriituali = insegnare raddrizzare arguire educare alla giustizia (di Dio) affinchè, in noi e negli altri, l’uomo e la donna di Dio siano messi a punto e ben preparati per ogni opera buona 2Tm 3,16-17.
Diaconia di memoria
Dt 8,2-6/ Lc 24,6-7/ 2Tm 2,8
Raccontare, mentre si è per via, per svelare il senso di un cammino che- in parte- si è già percorso nella storia, e che-in parte- resta da percorrere ancora. Aprire questo senso all’ intelligenza degli uditori (lettori), affinchè arda loro il cuore nel petto e i loro occhi si aprano a cogliere i segni del Signore, alla sera della giornata vissuta, e si ricordino e lo riconoscano, e ripartano senza indugio per annunciarlo Lc 24,30
Si comprende che ”evangelizzare” sia un’attività completamente diversa dall’ insegnare una dottrina cfr. LEI/Nt dottrina= At9,2
La Bibbia è un’altra cosa dal trattato: la progressività evolutiva del racconto biblico
procede in maniera molto differente da un catechismo, che si attiene, in maniera più essenzialistica e definitoria alle ultime formulazioni raggiunte; la morale biblica è una halaka = modo di camminare, di condursi lungo una strada.
Le lectio si interessano ad educare l’uomo di Dio alla giustizia.
Da un certo tempo talvolta le indagini storico critiche soverchiano il messaggio delle Scritture. A volte le scienze umane moderne socio-politico-prsicoanalista-femminista… spingono a interpretare Scritture entro orizzonti alquanto differenti da quelli originari. Quindi l’interesse a moralizzare- teologizzare i dati biblici o a attualizzare, catechizzare, inculturare… prevalgono sul procedere “disinteressato” della narrazione della favola di Dio come è giunta dalla voce dei primi cantastorie.
Tutti i percorsi sono legittimi e a certe condizioni anche fruttuosi.
Essere il più disinteressati possibile, appassionatamente applicati alla parola del Santo, al suo linguaggio, testo-con-testo.
Soprattutto sintonia di fede/preghiera con il popolo che di quella parola ha reso conto letterario nelle sue scritture.
Pur utilizzando, nella loro redazione, tutti gli stili, generi, modi diversi di concepire, di comporre e di scrivere, gli Autori, e il popolo che da millenni la tiene in mano, erano e sono interessati a farsene guidare, per praticare la giustizia, amare le pietà, camminare umilmente con Dio ed essere integri nell’ alleanza con Lui Gen 17,1
La Bibbia ci interessa supremamente, e la teniamo in mano come guida e fonte di consolazione nel cammino della fede, non precipuamente come oggetto di studio. La speranza, infatti, che ci fa perseverare nel procedere nel pellegrinaggio e nella corsa della medesima fede, è ciò che di più prezioso abbiamo in comune con il popolo che ha prodotto l’uno e l’altro Testamento e che da millenni li legge, ne fa memoria, li prega e se ne lascia ispirare.
I loro modi di raccontare ci interessano unicamente per meglio cogliere i contenuti del loro racconto. I raccordi di questo racconto con la storia-archeologia ci interessano meno della loro soggettività di popolo credente in cammino, che è d’altronde più storica e vivente delle reliquie del passato. Noi siamo attenti alla Bibbia come a un libro reso organico dall’ esperienza di preghiera e di prassi di un popolo credente, e non come a un contenitore di notizie da criticare storicamente o letterariamente. La Parola di Dio – Regula fidei et morum- viene cota nei libri ispirati presi nel montaggio sintetico della loro ultima redazione (come libri), non in una scomposizione dei loro componenti….autopsia.
Approccio canonico
Tenere in altissimo conyo la storicità fede ebraico- cristiana ma i fatti storici che il libro riporta, li riceviamo nelkla mediazione della coscienza religiosa del popolo del libro, Israele e Chiesa. La storia biblica è pe noi storia religiosa del suo popolo e non pensiamo che si ottenga alcun frutto di giustizia con disgiungere i fatti da quella coscienza di essi. Quel popolo, infatti, e non il libro indipendentemente dal popolo che lo tiene in mano, è il soggetto di elezione a essere il testimone di Dio nel mondo. Separata dalla sua tradizione, la Bibbia viene tumulata nelle biblioteche come un oggetto. Noi aneliamo a leggere le scritture, in comunione con questi nostri fratelli di fede e di speranza attraverso i secoli, nella liturgia di lode a Dio., che conosciamo come Padre di Nostro Signore Gesù Cristo Rom 15, 5-6. I nostri maestri di esegesi e teologia sono dei santi, capaci di comunicare l’esperienza vissuta di quello Spirito che ispira i libri di Dio, molto prima dei biblisti ricchi solo di scienza, di tecnica e di notorietà mondana.
Per questo privilegiamo l’approccio canonico “Un libro diventa biblico solo alla luce dell’ intero canone. La comunità credente è effettivamente il contesto adeguato per l’interpretazione dei testi canonici” Pont. Cern?
Rispettiamo l’ultima redazione canonica dei libri biblici e della loro collezione e preferiamo, per quanto possibile, l’ordine canonico progressivo del corpus ebraico Scritture che, dopo la Torah, prepone i profeti agi scritti sap.
L’ evento pasquale che compie la prima alleanza trasfigurandola non ci obbliga a seguire necessariamente gl’ordine del corpus biblico della comunità giudaica ellenistica (pur ricevendone integralmente i testi).
Consapevoli immensa importanza dei LXX per tradizione Chiesa e Padri, come pure di certe connotazioni post cristiane della bibbia ebraica attuale.
Nonostante questo preferiamo non continuare ad approfondire lo scisma Sinagoga/Chiesa, proponendo una Bibbia cristiana che polemicamente si appropri di una Bibbia gaeca judeorum come si trattasse di una Bibbia alternativa a quella che gli Ebrei, nostri fratelli maggiori, tengono nelle mani.
Dopotutto, l’ordine del corpus Bibbia ebraica Torah, Profeti, Sapienti ci sembra obbedire a un logica che è insieme storica e spirituale e che ci appare meglio sintonizzata con ULTIMO TESTAMENTO dei tre successivi livelli dell’assunzione essere umano in Cristo da parte del Padre per lo Spirito. Prendi il libro e mangia